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Labirinto

Avendo imparato a muovere uno sprite nelle quattro direzioni dello spazio è semplice costruire un piccolo gioco in cui un personaggio deve uscire da un labirinto.

Disegnamo con l’editor degli sfondi un labirinto con un colore unico ad esempio (rosso).

Il codice da inserire nel programma è molto semplice:

Quando il nostro personaggio per errore tocca il bordo rosso del labirinto torna all’ingresso (posizione -210;-154).

Il programma finale sarebbe quindi questo:

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Movimento con ciclo “ripeti fino a quando” (Terze)

Proseguiamo il nostro gioco di macchine introducendo uno sprite (Vespa) che sopraggiunge nella direzione opposta, noi dovremo schivarlo per non perdere una vita!

Il codice ad esso associato sarà il seguente:

Quando la vespa raggiungerà la posizione in x= -200 ritornerà automaticamente a destra in posizione x=200 e ad y casuale tra -40 e -140 cioè sulla strada.

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Progetto movimento sfondo (classi terze)

Il movimento di uno Sprite viene simulato con il passaggio da uno sfondo al successivo. E’ lo sfondo che si muove!

Questo è il programma associato allo sprite “macchina verde”
Lo sfondo con strada, linea di mezzeria tratteggiata (linea di sorpasso), prato verde e albero.

Per avere 4 costumi dello sfondo appena realizzato dovete selezionare lo sfondo (tasto destro del mouse) e duplicarlo e poi muovere solo l’albero e la linea tratteggiata della strada verso sinistra.

Allo sfondo (e ai suoi 4 costumi) associamo questo programma per simulare il movimento passando da uno sfondo al successivo. Devo aver selezionato lo sfondo!

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Tecnologia

Il futuro del lavoro e il lavoro del futuro.

Ho visto il futuro del lavoro. La buona notizia è che i robot non prenderanno il nostro posto. Quella cattiva è che non stiamo facendo abbastanza affinché ciò accada. Le due notizie sono contenute nel più atteso rapporto in materia: The Future of Work, frutto di due anni di lavoro di una task force di economisti e tecnologi del MIT di Boston.

La missione era complicata e importante: trovare una risposta non emotiva, e quindi basata sui dati, sugli effetti della rivoluzione industriale in corso, quella digitale.

Nel 2013 uno studio dell’università di Oxford aveva concluso che quasi la metà di tutti i mestieri era a rischio di automazione: praticamente gli unici al sicuro erano il prete e il dentista. Poi si era scoperto che anche la santa messa e la confessione si potevano impartire via web, e molti hanno iniziato ad alzare le barricate: vade retro robot. Comprensibile. Ma anche sensato?

Il rapporto del MIT (92 pagine e alcuni grafici molto interessanti) afferma definitivamente di no. Quelli che parlano di una imminente, inevitabile “fine del lavoro” dicono una cosa smentita dai fatti: negli ultimi 130 anni negli Stati Uniti il numero di persone al lavoro è aumentato sempre; è aumentato al tempo della meccanizzazione, e adesso, con l’automazione dei robot e del digitale. Ma se l’automazione consente ad un software di “risparmiare lavoro”, come fa il lavoro ad aumentare? Per diversi fattori legati alla produttività e alla crescita dell’economia, ma forse il più importante è la creazione di nuovi, diversi, posti di lavoro. La maggior parte dei lavori che facciamo oggi nel 1940 neanche esistevano: il settore dei computer, delle energie rinnovabili, la televisione di massa, semplicemente non esistevano e neppure i relativi mestieri. Epperò se il saldo finale è positivo, la transizione va gestita: perché ci sono interi settori che hanno perso occupati – tipo l’agricoltura prima, le fabbriche poi -; e perché l’automazione tende a polarizzare i salari, vuol dire che guadagnano di più quelli che hanno in tasca una laurea o un master, che dirigono i robot; di meno tutti gli altri, che invece prendono ordini da un software (tipo i fattorini di Amazon).

La gestione di questa transizione spetta alla politica che ha due compiti fondamentali: difendere il lavoro esistente ma senza frenare l’innovazione; e impegnarsi ad aggiornare le competenze di chi ha un lavoro e di chi lo cerca. Ma questa è la brutta notizia: la verità è che non stiamo facendo abbastanza.

[Repubblica del 25 Novembre 2020]

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Proiezione ortogonale cubo e piramide -seconde (esercizio 23 a pag 40)

Su foglio F4 riquadrato come sempre – Esercizio 23. Leggere bene prima il testo 1 quadretto= 1cm

Abbiamo disegnato un cubo da solo? Si. E una piramide da sola? Si. Allora adesso proviamo a vedere cosa succede se mettiamo i due solidi nella stessa tavola! L’esercizio 23 è come l’esercizio illustrato nella figura introduttiva che vedete a destro del testo ma con qualche piccola variante! Occhio! L’esercizio è il seguente:

P.S. La tavola ve la ritirerò appena si ritorna a scuola! Non lasciatela indietro!

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prova disegno prime